16 Settembre 2016
COSTRUIRE LE FILIERE ALIMENTARI E TRACCIARE LE PRODUZIONI È UNA PRIORITÀ ASSOLUTA

Un’estate calda, e non soltanto per le temperature che hanno caratterizzato i mesi di luglio ed agosto, per il mondo agricolo. A fronte dei buoni risultati produttivi, che vedono sempre più il comparto agricolo come elemento di rilancio della economia nazionale, stiamo assistendo alla ennesima grande speculazione alle spalle degli agricoltori, con i prezzi di latte e cereali, ma non solo ai minimi storici, in alcuni casi al di sotto di quelli che sono i costi di produzioni. Esempio evidente, che ha visto tra l’altro Coldiretti impegnata in una importante mobilitazione, è la situazione del grano. Un prodotto di grande qualità, ma in crisi da tempo a causa delle scelte poco lungimiranti fatte nel tempo da chi ha preferito fare acquisti speculativi sui mercati esteri di grano da spacciare poi come pasta o pane made in Italy. Comportamento reso possibile anche e soprattutto dai ritardi nella legislazione comunitaria e nazionale che non obbliga ad indicare in etichetta la provenienza del grano impiegato, cosi come purtroppo è anonima l’etichetta di molti formaggi ed insaccati. Tema, quello della indicazione obbligatoria della origine delle materie prime, al centro della nostra azione sindacale, alcuni risultati gli abbiamo ottenuti, in una battaglia che molti anni è stata solo ed esclusivamente della nostra organizzazione. Oggi gli scenari sono cambiati ed anche da parte degli organi governativi c’è la consapevolezza della importanza, di dar seguito a scelte in tal senso. Far emergere l’origine, rappresenta, e ne sono fortemente convinto, un elemento per garantire il riconoscimento del giusto valore alle nostre produzioni nazionali. Accanto a questo è necessario, per tutti i settori produttivi, costruire e dar seguito ad accordi di filiera, dove tutti i componenti della stessa sono impegnati a valorizzare la materia prima prodotta nei nostri campi. Solo se si riuscirà a realizzare una stretta collaborazione tra chi produce e chi trasforma si potranno dare risposte affermative al nostro mondo. In questo senso Coldiretti continuerà la sua battaglia non solo nell’interesse delle imprese associate, ma del intero sistema agroalimentare del Friuli Venezia Giulia e Italiano, e più in generale del nostro Paese. Un Paese che non può esistere, e non potrà trovare un rilancio definitivo, e non soltanto su un piano economico, se non sarà supportato da un agricoltura vitale e competitiva. Questo è il grande progetto di Coldiretti, in cui tutti ci dobbiamo riconoscere e sentirci parte viva.