Coldiretti è stata l’unica associazione di categoria del mondo agricolo capace di interpretare i cambiamenti di questi ultimi cinquanta anni di vita del paese? A guardare bene come l’agricoltura oggi abbia assunto un ruolo centrale nel dibattito culturale del nostro Paese, mi viene certamente di affermare che Coldiretti non solo ha interpretato il cambiamento, ma addirittura ha svolto un ruolo da protagonista nel dettare l’agenda del cambiamento. Una svolta epocale cominciata negli anni 2000 con il nostro grande progetto per la rigenerazione dell’agricoltura, un tempo segnato da mucca pazza, che ci vide per la prima volta con le nostre bandiere e le nostra idea di agricoltura diversa, scendere a presidio delle frontiere del nostro paese ad affermare concetti che oggi fanno parte del nostro patrimonio sindacale e nazionale, concetti che fino a quel momento erano lontani da una visione di agricoltura che la società italiana aveva: la sicurezza alimentare, il made in Italy, il ruolo di custodi del territorio che gli agricoltori hanno.
Abbiamo fatto uscire dall’angolo l’agricoltura che da cenerentola è diventata nel tempo elemento portante del sistema paese, siamo stati capaci di trasformare l’agricoltura da problema a risorsa. E scusate, questo non è poco se pensiamo che poco più di 25 anni dopo l’agricoltura ed il cibo sono diventati il tema dell’Expo con il quale l’Italia si presenta al mondo. La legge sulla multifunzionalità rappresenta in pieno questo moto di cambiamento dell’agricoltura, che da attività di produzione di materie prime è diventata espressione di ciò che oggi l’agricoltura è diventata: la valorizzazione delle filiere corte, l’agriturismo, la vendita diretta, la nuova frontiera dell’agricoltura come dimensione del sociale, asili nido, fattorie sociali.
Tutte opportunità che hanno consentito e consentono a moltissimi imprenditori, in particolare giovani, di individuare e trarre soddisfazioni economiche da un comparto che, unico in Italia, è stato capace di tenere alla crisi economica e sociale che ancora oggi ci attanaglia. La buona fiscalità che attraverso l’intensa attività dei nostri organismi di rappresentanza siamo riusciti ad ottenere, abbinata al saper fare degli imprenditori, ci ha consentito di rilanciare ed espanderci mentre tutti gli altri o hanno chiuso o hanno delocalizzato.
Attraverso lo strumento del voucher abbiamo costruito un quadro del lavoro decisamente a misura dell’agricoltura, solo oggi attraverso il Job Act gli altri si pongono il problema della flessibilità. Gli ultimi dati nazionali dimostrano come solo l’agricoltura in termini di PIL e di occupazione cresce.
Cose scontate? Se mi permettete direi proprio di no. Dobbiamo avere tutti la consapevolezze che le nostre grandi vittorie vanno quotidianamente difese e consolidate, perché ciò che è certo oggi non lo è domani, in particolar modo in un quadro di difficoltà di risorse per il sistema pubblico. Coldiretti in tal senso è pronta, come forza di rappresentanza del mondo rurale, ma soprattutto come forza sociale a sostenere, a rilanciare un modello di agricoltura vincente che è quello nato nel 2000 per una rigenerazione dell’agricoltura.
24 Marzo 2015
ABBIAMO TRASFORMATO L’AGRICOLTURA ED IL PAESE